USSEGLIO E LA GRANDE GUERRA
L’Anello Forte di Usseglio torna a riunirsi domenica 24 maggio alle ore 15, nel Salone delle Iris gentilmente concesso dall’Albergo Rocciamelone di Usseglio, per ricordare il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale, con la presentazione del libro edito nel maggio 2015 Usseglio e la grande guerra, scritto da Claudia Giacomelli con la prefazione di Giancarlo Chiarle (l’autore di Novecento nel villaggio).
Il 24 maggio 1915 l’Italia entrava in guerra a fianco della Triplice Intesa contro gli ex alleati degli Imperi Centrali, già coinvolti nel sanguinoso conflitto dall’agosto dell’anno precedente. Una guerra diversa da tutte le precedenti, dove la tecnologia e gli armamenti moderni ebbero un ruolo decisivo e micidiale, una guerra che alla fine contò in Italia seicentomila morti, quasi un milione di feriti e divenne la più grande carneficina della storia, almeno fino a quel momento.
Anche un piccolo paese come Usseglio, benché lontano dai teatri delle azioni belliche, pagò un tributo di vite elevatissimo: furono ben 28 i soldati ussegliesi caduti, su 76 partiti per il fronte e 6 i decorati con medaglia di bronzo al valor militare, di cui due caduti.
Oggi i ricordi legati al conflitto del 1915-18 restano diffusi, il libro «Usseglio e la grande guerra» risponde alla necessità del paese di rendere omaggio a quei valorosi giovani. Vengono riportate le semplici storie di alcuni di essi, ragazzi che ad appena vent’anni tornavano già dalla Francia dov’erano minatori, venivano imbarcati sulla tradotta e spediti nelle trincee delle Alpi orientali a combattere in condizioni disumane, di fratelli uccisi a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, di dispersi le cui famiglie non ebbero più notizie, di sepolti nei trinceroni lungo i pendii delle montagne, portati in seguito nei sacrari e registrati come «ignoti».
Ma si parla anche di chi riuscì miracolosamente a tornare a casa e commissionò un ex voto a ricordo del pericolo scampato, di chi subito dopo la guerra dovette proseguire per le vie del mondo in cerca di lavoro, di chi affidò le sue memorie di guerra alle pagine di un diario raccontando le prove disumane che dovette patire, dei tanti soldati appartenenti al mitico battaglione Susa del 3° reggimento alpini.
Il libro racconta infine come il Comune di Usseglio fu sensibile all’immane tragedia e accolse sempre favorevolmente le diverse iniziative proposte in memoria dei caduti, quali l’erezione del monumento ai caduti, la realizzazione del viale della rimembranza e il particolare riguardo verso gli orfani di guerra.
Proprio ciò che si vuol fare oggi a 100 anni di distanza: ricordare chi visse un dramma senza precedenti e onorare con vero orgoglio e sincero rimpianto i caduti del Quindicidiciotto.